18 Nov Ma tu, compreresti dal tuo ecommerce?
Il commercio elettronico sin dalla sua nascita ha portato con sé la cultura maturata nell’ambito del commercio e quella derivata dal marketing. Il risultato è stato, per certi versi, una nuova disciplina, con figure professionali dotate di competenze anche molto approfondite. Questa iper-specializzazione ha portato senza ombra di dubbio a un miglioramento del rapporto tra il brand e l’utente, ma, d’altro canto, ha portato a una standardizzazione dell’offerta che, in molti casi, ha fatto perdere di vista il focus principale: l’acquisto. Certo, molte best practice sono corrette e assolutamente condivisibili, solo che, nella maggior parte dei casi, queste non sono sufficienti a garantire un’esperienza d’acquisto realmente piena e appagante.
La scheda prodotto di un ecommerce, per esempio, deve essere ottimizzata per i motori di ricerca, deve offrire una piacevole user experience e deve garantire un rapido checkout. Ultimo, ma non meno importante, deve essere in grado di convertire, colpire il cliente, informarlo, convincerlo e, se possibile, ispirargli fiducia.
Facciamoci qualche domanda per capire di più chi siamo
La domanda, pertanto, è una e semplice: ma tu, compreresti dal tuo ecommerce? Persi, come siamo, molto spesso, nell’omologazione di offerte, strategie e guide fantasmagoriche, abbiamo perso lo spirito critico che ci consente di determinare se tutto questo ambaradan sia sufficiente, in ultima analisi, a raggiungere il risultato. Le strategie per il Black Friday, per esempio, sono assolutamente un ottimo spunto di partenza: solo che, nel mare magnum di ecommerce che offrono sconti speciali, saremo una semplice goccia che si perderà, forse, senza che nessuno se ne accorga. Qual è il consiglio? Cosa può fare chi vende online, prima ancora di stabilire se una certa strategia è funzionale al proprio business? Vediamolo insieme.
Capisci chi sei, per capire chi è il tuo utente
Se vendi un certo prodotto, molto probabilmente sei un acquirente di quel prodotto. Non è sempre così, ma c’è una buona probabilità e, in ogni caso, resti un utente sopra la media perché conoscitore della materia. Il che ti consente di valutare con ancora maggior rigore l’ambiente che hai ricreato col tuo ecommerce. Questo, quindi, è il momento dell’introspezione: chi sei/chi è il tuo utente?, che fai nella vita/che fa il tuo utente nella vita?, cosa vuoi/cosa vuole il tuo utente?, ecc. Non si tratta solamente di costruire le buyer personas, ma di capire in maniera intima se l’offerta del tuo ecommerce è realmente allineata ai bisogni dell’utente. Se non lo sarà per te, difficilmente potrà esserlo per i tuoi utenti.
Naviga il tuo sito come se fossi un utente qualsiasi
Le giornate di un imprenditore digitale possono essere infinite, è vero. Però, di tanto in tanto, devi trovare del tempo per navigare il tuo sito. D’accordo, lo vedi ogni giorno, sia dal back-end che dal front-end. Non è questo, però, il tipo di navigazione che compie il tuo utente tipo. Ed è proprio questa che dovrai sperimentare: partendo dai motori di ricerca, dai social, dai referral o da qualsiasi altra fonte ritieni interessante. Passando dalla homepage verso le categorie, dalle categorie alla homepage. Poi, ancora, verso i prodotti, saltando da uno all’altro senza soluzione di continuità, come se fossi un utente vero e proprio.
Certo, esistono software che ti consentono di monitorare costantemente la navigazione dei tuoi utenti: sono utili ed efficaci, ma niente sarà come vivere direttamente sulla tua pelle la sensazione di frustrazione per un menu a tendina che copre un pulsante o una scritta che sembrava un pulsante, ma il cui click produce come unico risultato il lasciarti imbambolato per diversi secondi in attesa che qualcosa accada.
Innamorati del bello, ma adora l’efficace
Qui si potrebbe aprire una disquisizione filosofica: il bello non è mai davvero tale se non è anche efficace. Tralasciando queste considerazioni, comunque, rifuggi dall’idea del bello fine a se stesso. Il font bellissimo che hai scelto, magari anche contro il parere dell’agenzia che ha realizzato il sito, dopo ore di estenuante ricerca è, senza dubbio, meraviglioso. Allo stesso tempo, non necessariamente sarà altrettanto leggibile. Il che significa che l’utente, per il quale hai scritto (o fatto scrivere) un fiume di parole, si stancherà ben presto e, nella migliore delle ipotesi salterà a piè pari quel testo per cui hai speso tempo e soldi, nella peggiore uscirà dalla pagina dove faticosamente l’avevi portato.
Questo banalmente vale per i font, ma è valido per ogni altro aspetto che concerne l’estetica del tuo ecommerce. La homepage, la scheda prodotto, le pagine di servizio e ogni altra pagina deve essere progettata con attenzione al lato estetico, ma con ancor più rigore funzionale.
Prova un processo d’acquisto… dai tuoi concorrenti
Il processo d’acquisto non è magia, ma un vero e proprio algoritmo: entro nel sito, aggiungo al carrello, inserisco i dati di pagamento, effettuo il checkout. Uno dietro l’altro, questi elementi possono apparire persino banali, ma non lo sono. Ognuno di essi ha delle logiche che non dovrebbero mai essere trascurate. Molti imprenditori del digitale, dove aver realizzato il proprio sito, eventualmente affidandosi a soluzioni pre-impostate, dimenticano proprio questo aspetto.
Nella fase di navigazione del proprio ecommerce, certamente, è possibile sperimentare anche un processo d’acquisto. Questo, però, potrebbe risultare fine a se stesso se non abbiamo un metro di paragone. Quindi? Quindi proviamo i processi d’acquisto di altri ecommerce, anche di altri settori merceologici. Anzi, proviamo a capirne le logiche e se, eventualmente, possono in qualche modo le strategie in uso in questi possono essere importate nel nostro shop online.
Se sei arrivato fin qui, oltre a farti un plauso per la pazienza, potresti esserti reso conto che il tuo ecommerce, forse, ha bisogno di aggiustare il tiro. Non è un dramma, tranquillo. Avresti potuto non accorgerti mai di questi problemi, che adesso puoi invece affrontare. L’importante è non pensare mai di aver raggiunto il risultato finale, perché l’obiettivo è sempre il prossimo acquirente. E quello, è ancora tutto da conquistare.