06 Mag L’ecommerce italiano dopo l’era Covid: cosa ci aspetta partendo dai dati
Il 2021 per l’ecommerce – in Italia e nel mondo – è stato ribattezzato l’anno del “consolidamento”. In effetti è opportuno ricordare, ormai detto e ridetto come un mantra un po’ ovunque, che la crescita dell’ecommerce dovuta alla pandemia è stata esponenziale, come conseguenza dell’allineamento simultaneo di diversi fattori quali, per citarne solo alcuni, l’incremento dell’alfabetizzazione digitale e l’impossibilità di reperire i prodotti rivolgendosi al classico canale fisico. Quindi perché si parla di consolidamento e non di crescita? Perché indubbiamente i numeri sono aumentati, ma il dato più importante che i numeri certificano è, appunto, un consolidamento nelle abitudini del consumatore, che ora guarda allo shopping online con una fiducia quasi ordinaria.
E il 2022 che anno sarà per l’ecommerce italiano? Anche in questo caso è bene farsi guidare dai dati e, come ogni anno, a questo proposito si può consultare il consueto report annuale di Casaleggio Associati per analizzare insights e trend, presentato ieri con un evento in live streaming che puoi rivedere qui:
Crescono utenti e fatturato, cambiano i modelli di business
Il primo dato che balza all’occhio è che nell’era pandemica sono sbarcati all’online oltre 3 milioni e mezzo di nuovi clienti solo in Italia. Inutile dire che questo ha inciso sui fatturati, facendo registrare un +33% che porta il settore a pesare per 64 miliardi di euro nel 2021. Importante segnalare che, però, molti di questi utenti hanno effettuato acquisti su e-shop di siti esteri che hanno espanso il loro raggio d’azione in Italia. Gli ecommerce di provenienza italiana, seppur aumentati, non sempre sono riusciti a stare al passo della crescita della domanda del mercato.
Altro dato molto significativo è che la quasi totalità degli e-shopper ha acquistato su marketplace, portali che oltre a commercializzare prodotti a proprio marchio vendono anche prodotti terzi (amazon, ebay, zalando). Questo ha indotto profonde riflessioni nelle strategie organizzative e di marketing delle aziende, spingendole ad analizzare il fenomeno e ricavandone importanti segnali sulle nuove modalità di consumo degli utenti. Altre aziende, che prima operavano con un modello orientato al self-brand, si sono riorganizzate in marketplace, con ottimi risultati in termini di economics e di gradimento del proprio target. Un esempio virtuoso tra tutti è Decathlon, che ha diversificato il proprio catalogo inserendo numerosi brand partner (+60 ad oggi, +100 entro fine anno) per coprire ogni esigenza legata al crescente numero di sport praticabili.
L’impatto sulle categorie commerciali
Stando al report di Casaleggio Associati, nel 2021 il settore Tempo Libero (che contiene anche il gaming) continua a dominare le classifiche, rappresentando il 48% del fatturato complessivo. La spiegazione è semplice: necessità di distrazione con il gioco online e lo sport all’aria aperta. Al secondo posto i Centi Commerciali online – leggasi marketplace – con il 22% (+40% a/a). Chiude il podio il Turismo, tra i settori più penalizzati dagli effetti della pandemia, che torna a respirare crescendo del 29% rispetto al 2020 e raccoglie l’11% del totale. Poi il settore Alimentare (6% del fatturato totale, +37% a/a), seguito dalle Assicurazioni (4% del totale), dall’Elettronica di consumo (2%) e dalla Moda (2%). A dividersi il fatturato restante sono l’Editoria, Salute e Bellezza e Arredamento, che pur rappresentando un dato residuale in termini assoluti, registrano una forte crescita percentuale rispetto all’anno precedente.
I nuovi trend
Tra i principali trend del 2022 troviamo alcune novità presentate nell’anno precedente, ma che prenderanno definitivamente piede presso gli utenti e spazio nelle strategie digitali dei brand.
Tra questi il “social shopping”, che si appresta a diventare più un “live video shopping“, con tutte le piattaforme social che integrano ogni giorno nuove feature in questa direzione e i brand che si attrezzano aprendo canali ad hoc.
Altro trend significativo è l’integrazione del negozio fisico con l’online, che dopo i primi esperimenti oggi vede le aziende progettare spazi fisici già pronti a dialogare con il mondo digitale. Un esempio è Ikea, che a Londra ha aperto il suo primo negozio di piccolo formato (4500 m2) dove poter acquistare fisicamente solo metà dei prodotti esposti, mentre il resto può ordinarli online.
La realtà aumentata, che consente all’utente di vedere il prodotto nel suo ambiente definitivo o indossato sulla propria pelle, per rendere l’esperienza sempre più fedele alla realtà e immersiva.
Se si parla di esperienza immersiva non si può non menzionare il metaverso, tema che ha fatto la parte del leone negli ulltimi mesi e che si appresta a passare da parola sulla bocca di tutti a reale elemento di rivoluzione del mondo marketing.
Quindi, cosa aspettarsi dal 2022?
Le aziende intervistate da Casaleggio Associati dichiarano, in media, di aspettarsi di crescere del 34,7% con il fatturato nell’anno in corso. Ovviamente ci si aspetta un grande ritorno sulle scende del Turismo, seguito da una forte crescita del comparto Salute e Bellezza grazie soprattutto al farmaceutico che si è sdoganato online.
Altri importanti dati sul 2022 ci arrivano anche dal Netcomm Forum, evento che si è tenuto in questa settimana e a cui abbiamo presenziato anche noi di Ecommerce Hub.
I primi dati raccolti ed elaborati dal Politecnico di Milano e presentati alla plenaria del Forum indicano un aumento del 14% degli acquisti online degli italiani rispetto al 2021.
Sul fronte “prodotti” i settori più maturi crescono a passo più lento (Abbigliamento +10% e Informatica & Elettronica di consumo +7%), mentre il Food&Grocery vola con +17% anno su anno. Sul fronte “servizi” si prepara a decollare nuovamente il Turismo (+33%) e il comparto Fieristico.
Anche nel 2022 lo smartphone si conferma il re dei device, preferito da tutti gli utenti per fare acquisti online, mantenendosi sul 55% percento registrato anche un anno fa.