10 Nov Intervista a Andrea Caprio – Co-Founder e Direttore Operativo @ DNAFactory
Durante Ecommerce HUB 2023, Andrea Caprio, Co-Founder e Direttore Operativo di DNAFactory, ha condiviso consigli chiari e concisi per migliorare l’attività di vendita online. Ha sottolineato l’importanza degli strumenti software personalizzati o già disponibili sul mercato per affrontare problemi specifici e ha raccomandato di fare attenzione nello sviluppo personalizzato.
Andrea ha spiegato che, sebbene i Core Web Vitals siano importanti, non dovrebbero essere l’unico focus, poiché altri fattori come logistica e customer care sono cruciali per il successo dell’e-commerce. Infine, ha discusso della creazione di una community, affermando che la sua rilevanza dipende dalla situazione specifica del business e dei clienti. Ha evidenziato i benefici della fidelizzazione dei clienti, del feedback e del supporto tra membri della community, ma ha consigliato di valutare attentamente se sia adatta al progetto.
Il commercio elettronico si basa anche sull’utilizzo di strumenti capaci di rendere più semplice e più performante l’attività di vendita online. Quali sono gli strumenti che voi suggerite di utilizzare in tal senso?
Marco Innanzitutto grazie di averci concesso l’opportunità di raccontare quelle che sono le nostre esperienze sul campo. Secondo noi la differenza la fa la capacità di scegliere, creare e soprattutto poi utilizzare degli strumenti software a supporto del progetto e-commerce e dell’azienda in generale. Questi strumenti noi li chiamiamo microservizi ma li definiamo come delle soluzioni software verticali che risolvono un problema specifico. Possono essere già presenti sul mercato o sviluppate in maniera custom secondo le specifiche dell’imprenditore del suo team. Noi fortunatamente abbiamo avuto la possibilità di realizzarne tante per i nostri clienti negli ultimi anni e molte di queste hanno portato incremento di valore ai progetti. Ti faccio qualche esempio che abbiamo sviluppato:
- Sistema di generazione automatica di listini di b2b e b2c con logiche specifiche
- Crawler dei prezzi dai competitor e per buybox sui marketplace
- Integrazione openAI per la generazione automatica delle descrizioni di categorie e prodotti
- Sistema di evasione dell’ordine automatico controllo frodi e controllo e normalizzazione degli indirizzi di spedizione
- Algoritmi di riordino automatico, supply chain e analisi di rotazione magazzino
- Ranking automatico per posizionamento dei prodotti all’interno di pagine di categorie
- Sistemi di notifica di KPI aziendali per CEO via whatsapp
Le possibilità sono innumerevoli, con un pò di creatività e con l’intuizione giusta si trova sicuramente una buona soluzione. Ultimo suggerimento, fate molta attenzione! Lo sviluppo custom di un software di questo tipo potrebbe essere pericoloso se non si sa perfettamente cosa si vuole altrimenti si rischia di ottenere un prodotto inutilizzabile e costoso! Chi riesce a costruire e ad utilizzare un software di valore è colui che poi raggiunge con maggiore probabilità il successo.
Dal 2020, i Core Web Vitals rappresentano uno strumento fondamentale per valutare la qualità di navigazione dell’utente. Quali sono le principali ottimizzazioni che suggerite, per una navigazione ottimale su un ecommerce?
Fondamentali si, ma non troppo! Infatti vorrei tranquillizzare qualcuno dicendogli di non spaventarsi quando search console avvisa di eventuali problemi di Esperienza sulle Pagine. Tutto va commisurato con il progetto ecommerce visto nel suo insieme. Ho clienti che pressano sul controllare le notifiche di Search Console e ci chiedono di “avere tutti i parametri in verde” ma magari non hanno un sistema di logistica decente o che hanno un customer care che fa pena che non risponde neanche ai ticket dei propri clienti. Lo fanno sperando di ottimizzare il loro ranking seo.
In realtà Google stesso nel blog degli sviluppatori spiega che delle buone statistiche nel report in Search Console non garantiscono un buon ranking. Noi in DNA stiamo facendo dei test per verificare se effettivamente questa cosa è vera. Al momento confermo che dai risultati l’indicizzazione non cambia ma la parte interessante riguarda gli impatti sui KPI di CRO. Vediamo i KPI che Google suggerisce di monitorare.
I web vitals ne sono tanti ma ce ne sono 3 che sono definiti “core” perché in base ad alcuni studi sono quelli che che se migliorati portano miglioramenti del conversion rate: CLS, LCP e FID:
- Cumulative Layout Shift si misura in base a quanti spostamenti di blocchi ci sono nella pagina durante il caricamento, non si misura in “secondi” come alcune persone dicono ma è un punteggio che viene misurato in base allo spostamento di elementi html. Vi è mai capitato che state per cliccare un bottone e all’improvviso un elemento che carica dopo lo fa spostare verso il basso? È molto frustrante!
- Largest Contentful Paint si misura in secondi e fa comprendere la velocità percepita in quanto è il tempo che impiega l’elemento più importante della pagina in fase di caricamento dell’url. Il valore ottimale per LCP è un tempo inferiore ai 2,5 s
- First Input Delay che identifica il ritardo con il quale il sito risponde alla prima interazione dell’utente. Questa sarà rimpaizzata da marzo 2024 con INP in quanto FID ha delle limitazionin in quanto misura il ritardo della sola PRIMA interazione mentre l’obiettivo è quello di misurare la reattività di navigazione completa della pagina
Il tema di Ecommerce HUB® 2023 è dedicato alla community. Quanto può essere importante, secondo te, investire nella costruzione di una community intorno a un progetto di ecommerce?
L’importanza di investire in una community per un progetto di e-commerce dipende dalla situazione. Prima di decidere, è essenziale analizzare attentamente i fattori specifici del proprio business e dei propri clienti. In genere si utilizza un approccio graduale, iniziando con una presenza di base e ampliandola man mano in base alla risposta e all’evoluzione del tuo pubblico.
La community si deve gestire bene altrimenti può essere boomerang , i motivi per i quali è utile la community sono vari: ad esempio la Fidelizzazione dei clienti. Gli utenti che si sentono coinvolti in una comunità sono più propensi a tornare per effettuare acquisti ripetuti. Inoltre una community può fornire un canale diretto per raccogliere feedback, commenti, suggerimenti e opinioni dirette, che possono aiutare a migliorare i prodotti e servizi offerti.
Riutilizzare i contenuti generati dagli utenti: Gli utenti possono creare contenuti come recensioni, foto dei prodotti in uso e video dimostrativi. Questi contenuti generati dagli utenti possono essere utilizzati per promuovere i prodotti e costruire la fiducia dei potenziali acquirenti. La possibilità di supportarsi a vicenda, se un cliente ha un problema è possibile che con la community gli utenti possono condividere esperienze, dare consigli e risolvere problemi, riducendo il carico di lavoro del servizio clienti.
Come dicevo all’inizio dipende dalla situazione , dalla condizione attuale, dal settore, dal mercato, dal tipo di servizio/prodotto offerto. Per fare esempio su un prodotto per cani è facile costruire una community di amanti dei piccoli amici a 4 zampe al contrario è sicuramente più complicato (se non addirittura inutile) crearla per un b2b di surgelati.